SANTALESSANDRO – Un concorso rivolto ai giovani degli oratori per rilanciare il messaggio di Giulia Gabrieli

  • 6 NOVEMBRE 2020

Un concorso rivolto ai giovani degli oratori
per rilanciare il messaggio di Giulia Gabrieli

Francesco Ferrari·2 Novembre 2020

 

Un compleanno che verrà festeggiato in modo speciale. Perché da 10 anni l’associazione conGiulia porta avanti una missione speciale. Nel 2021 cadranno i 10 anni dalla partenza per il cielo di Giulia Gabrieli, all’età di 14 anni, così come i 10 anni di rinnovato impegno della sua famiglia e dei suoi amici per continuare i progetti che Giulia aveva nel cuore.

Nelle scorse settimane l’associazione ha lanciato un concorso dedicato a tutti gli oratori d’Italia, proponendo la realizzazione di un video che in 110 secondi racconti come i giovani hanno recepito il messaggio lanciato da Giulia Gabrieli. Un modo per continuare il sogno di coinvolgimento dei giovani che Giulia ha portato avanti nei due anni in cui ha trasformato la malattia in un inno alla vita.

“L’associazione conGiulia è stata costituita poco dopo la partenza per il cielo di Giulia – racconta il papà Antonio -, già nel nome esprime la volontà non di fare memoria, ma di continuare a camminare insieme a lei, portando avanti i suoi progetti e i suoi sogni”. Tante stelle che già si sono accese in questi dieci anni. Tanti progetti che hanno preso forma grazie alla generosità di molte persone.
“In primis la scuola estiva in ospedale: si tratta di un’idea partita da lei, che ci diceva: ‘La malattia non va in vacanza, perché la scuola sì?’. Diamo continuità alla scuola ordinaria, che esiste da parecchio tempo, ma segue il calendario che si conclude a giugno. E puoi immaginare le difficoltà per chi viene ricoverato a lungo in quel periodo…”.
Con questa, altre iniziative per venire incontro ai ragazzi che si trovano in oncologia. “Con il progetto ‘muoviamoci insieme’ cerchiamo di andare incontro ad una difficoltà che era stata notata con lei: dover continuamente andare in ospedale per dei semplici controlli. Grazie all’associazione c’è un’infermiera che si dedica esclusivamente alla procedura domiciliare per prelievi e controlli, in modo che il giovane non sia vincolato a recarsi sempre in ospedale. E ancora, copriamo i costi di una fisioterapista dedicata interamente ai ragazzi dell’oncologia pediatrica”.
Accanto al sostegno concreto al reparto, con iniziative che vanno a coprire i vuoti lasciati dalle istituzioni, l’associazione si dedica però anche ad azioni di sensibilizzazione rivolte a ragazzi e giovani, come le testimonianze (più di 500 in tutta Italia), il concorso per le scuole e ora la novità del concorso per i giovani degli oratori.
“Giulia si è sempre spesa tantissimo per i giovani, voleva testimoniare, nonostante la malattia e le conseguenze della chemioterapia, soprattutto a loro. Oltre ai ragazzi della scuola ordinaria e a quelli della scuola in ospedale, quest’anno Giulia incontra anche i ragazzi degli oratori di tutta Italia. Abbiamo lanciato un video-concorso che vuole renderli protagonisti: stavolta chiediamo a loro di prendere il proprio gancio in mezzo al cielo”.
Viene chiesto, infatti, di raccontare in 110 secondi il messaggio che sentono più proprio dalla testimonianza di Giulia, comunicandolo in un linguaggio a loro famigliare, quello dei video.
Gli elaborati dovranno essere consegnati entro il 31 maggio 2021, mentre la premiazione è fissata al 19 settembre, nell’auditorium del Seminario, alla presenza del Vescovo.

Condizione necessaria per la partecipazione è l’iscrizione tramite il proprio oratorio. “Il concorso premia non il singolo ragazzo ma l’oratorio, chiedendo quindi di mettersi in gioco per altri, per la comunità. Partendo dal libro di Giulia, vogliamo che i giovani mettano sempre al centro l’altro, portando avanti l’iniziativa non da soli ma in comunità”.

Dieci anni dopo, nonostante il tumore l’abbia condannata a una morte troppo giovane, i sogni di questa ragazza originaria del quartiere di San Tomaso, continuano a seminare e far crescere germi di bene. “Abbiamo pensato di festeggiare questa ricorrenza a modo nostro, rendendo protagonisti i giovani. A noi spetta la semina, dobbiamo solo guidarli ma la strada è loro, devono percorrerla loro”.

Della Libertà – un libro di Samuele Chiappa

“Della Libertà non è un saggio filosofico alla ricerca di come essere liberi, non tenta di fornire risposte, non si pone in una posizione di insegnamento ma è il riflesso della società che rinuncia ad alcune libertà per salvaguardare la vita. È un viaggio per riflettere e approfondire il vero senso della libertà. Della Libertà vuole fornire attimi di respiro in un mondo che va troppo di fretta: un mondo adulto che spesso confonde la libertà con l’arroganza, un mondo giovane che confonde la libertà con l’assenza di regole e responsabilità, un complesso sociale che tenta di limitare il concetto di libertà ad azioni superficiali ed immediate. Tutti noi vorremmo godere della libertà, quella che ci permette di essere noi stessi in ogni circostanza e non sottomessi alle regole del politicamente corretto e del socialmente accettabile. Eppure, la sola libertà che abbiamo è quella che possiamo trovare in noi stessi.”

– Sei anni fa mi hanno nominato “guerriero” in quel reparto, ed oggi, da ragazzo e da adulto, oltre a voler diventare un punto di riferimento ed un portatore di vita, vorrei essere lo “scudiero” dei guerrieri di oggi.

– ho deciso di sostenere questo progetto (“Quasi a casa” n.d.r.) perchè nella lunga degenza in ospedale avrei avuto molto bisogno di questo “servizio”. penso che, ora che sono qui fuori abbia il compito di dare a chi sta lottando ciò che non ho avuto io, ma che avrei voluto avere con tutto il cuore.

– l’iniziativa è fondamentale e unica nel suo genere: garantire una giornata a casa, una mattinata in casa piuttosto che trascorrerla in viaggio o in ospedale penso sia oro sia per i guerrieri che per i loro familiari.

– quando ero in ospedale mi dicevano: “Quando uscirai di qui ti dimenticherai di tutto, ed è giusto così ed è così che succederà”. ed era vero, insomma è umano dimenticare i “traumi” passati per poter andare avanti, è biologico. ma io non voglio dimenticare, voglio ricordare tutto il bene che queste persone mi hanno dato, del loro amore gratuito e di come mi hanno amato come un figlio.

Questo libro vuole sancire un passaggio fondamentale: dall’essere un ragazzo all’essere più adulto, cresciuto. In una lettera che scrissi alla ministra Azzolina quando dovetti affrontare l’esame di maturità, scrissi appunto che in quella determinata circostanza l’esame era evitabile. Sottolineai con sincerità l’importanza di quell’esame per tutti gli studenti e lo paragono alla patente e a qualsiasi altro rito di passaggio per aprire le varie porte del mondo adulto. Ma non sono ancora sicuro che siano 3 prove finali a determinare la maturità di uno studente. Non mi bastava aver fatto un esame finale e non mi sembrava giusto dare quelle poche nozioni ripetute più o meno a memoria per uscire con un voto gradito. Era tutto così normale e usuale, tutto scontato e progettato, e non mi andava giù.

Così decisi di portare il libro come firma di maturità (ovviamente a seguito di tutte le domande e gli interventi di usual rito), ancora in fase di progetto all’esame e decisi che quello sarebbe stato il mio esame di maturità: terminare un progetto importante, finire un libro di 140 pagine, fare qualcosa per gli altri, dedicare del tempo per sostenere un progetto importantissimo, una necessità per chi in ospedale è stato nominato guerriero/a.

Il ricavato verrà in parte devoluto per sostenere il progetto “Quasi a Casa”

Eco di Bergamo del 22 ottobre 2020

Mi chiamo Sara e ho 14 anni

La storia di Giulia ci ha abituati in questi anni alle sorprese. Messaggi inattesi, testimonianze sorprendenti, riflessioni che arrivano dai luoghi più disparati, dalle età e dalle sensibilità più diverse. Un fiume di abbracci, di volti e di parole ricche di significato che, anziché inaridirsi, cresce di anno in anno. Tutto è conservato come un tesoro prezioso, in attesa di diventare, con tempi e modalità che sono allo studio, patrimonio comune.
Ma l’ultimo messaggio in ordine di tempo arrivato in posta elettronica è un lampo di talento, creatività e freschezza che s’impone, merita un’eccezione. Per questo abbiamo pensato che fosse giusto proporlo e condividerlo da subito sul sito conGiulia.
Contiene un video di Sara Pagani, che ai genitori di Giulia si è rivolta così:

“Mi chiamo Sara e ho quattordici anni. Abito con la mia famiglia a Palazzolo sull’Oglio ed è stato proprio in uno degli oratori della mia città che il 2 dicembre ho avuto la possibilità di conoscervi e di sentire quanto sia speciale Giulia. Qualche settimana fa il mio professore di religione, Paolo Tesi, mi ha assegnato un compito che consisteva nel rappresentare, in modo creativo, la biografia di una persona credente a nostro piacere: io ho scelto Giulia. Qualche giorno fa ho ricevuto la valutazione del mio lavoro e un commento del mio professore nel quale mi consigliava di condividere con voi questo lavoro…”.
Un (capo)lavoro che ci ha lasciati senza parole…

Cresimandi di Parre

Condividiamo questo video che i Cresimandi di Parre hanno realizzato nel loro cammino di preparazione.

I miracoli non sono mai come li vorremmo… sono sempre più belli e sicuramente incomprensibili…

Beatrice, 15gg, che dorme serena sulla mia pancia. Un senso di pace incontrollabile, una felicità dentro che rischia di esplodere.

Ripenso al passato, a questi stessi momenti con Gaia, stessa felicità, stessa beatitudine.

Temevo che queste sensazioni non sarebbero mai più tornate e invece come sempre mi sbagliavo.

Dolore tanto, paura, smarrimento, anche una pandemia, tante domande, perché sempre a me, a noi…e invece… bastava abbandonarsi tra le braccia di chi lassù sta facendo di tutto per renderci di nuovo felici. Ancora una lezione, ancora una volta una valangata di Amore. Ovunque, in Cielo e anche sulla Terra.

Appena volata via Gaia ci chiedevamo perché il Signore non ci avesse fatto il dono del miracolo, della guarigione tanto voluta e pregata.

L’unica spiegazione, nonostante la logica in quella situazione servisse a poco, era che non sempre i miracoli sono come li vorremmo.

E in effetti il miracolo è stato sotto i nostri occhi per gli anni a venire: attorno a Gaia Amore, incondizionato, puro, da ogni parte, da ogni cuore, da ogni persona anche la più insospettabile, la più lontana da manifestazioni di sentimenti o emozioni.

E poi l’incontro con Giulia, un altro grandissimo miracolo, la sorella maggiore per Gaia prima e Beatrice adesso, ma anche per noi “adulti”. Lei ci ha preso per mano, insieme alla sua famiglia e alla grande famiglia dell’associazione conGuulia Onlus, e non ci ha più abbandonato. Un gancio in mezzo al cielo, per darci conforto e sostegno.

Abbiamo ricominciato a sorridere e abbiamo smesso di sopravvivere per riprendere a vivere appieno ogni minuto concessoci, per Gaia, per Giulia, per tutti gli angioletti del Cielo.

E piano piano si è riproposto in noi il desiderio, forte e sicuro, di donare amore. Troppo ne avevamo, per poterlo tenere solo per noi. E così…l’ennesimo miracolo, tanto cercato, tanto pregato…eccolo qui, tra le nostre braccia, ora, a ricordarci che la gioia, quella autentica, passa spesso prima da un grandissimo dolore.

Difficile impedirsi di fare domande. Perché tutto questo?

Non ho la risposta, ma ho il nome che abbiamo voluto dare a nostra figlia: Beatrice.

Nome affacciatosi nel nostro cuore ancora prima di sapere del suo arrivo.

“colei che rende felici” …“colei che dà beatitudine”…

Forse è questo nome il segno che ci è stato chiesto di seguire, la promessa che dalla sofferenza in qualche modo ci si rialza, che c’è sempre il gancio in mezzo al cielo a cui aggrapparsi per non sprofondare.

Il dolore rimane, quello nessuno ce lo toglierà, ma guardo avanti e sorrido.

Domani è Speranza

Domani è Beatrice+Gaia

Un grazie a tutti perché lo so che facevate e fate il tifo per noi.

E il vostro Bene e la vostra positività sono stati preziosissimi.

Adesso Beatrice ha davvero un sacco di zii e non vede l’ora di conoscervi tutti!!!

Mamma Alessia,  con papà Marco,  Gaia e naturalmente la piccoletta di casa… Beatrice!

 

L’ECO DI BERGAMO 14/06/2020